Luca aveva avuto il solito presentimento il giorno prima. Aveva riconosciuto i sintomi e quasi ne rimase compiaciuto.Per una frazione di secondo si sentì orgoglioso;stava lavorando bene. Ma poi lo sguardo tornò pensieroso, perchè sapeva cosa l'aspettava. Si chiese quanto sarebbe durata.Un giorno ? Due ? Forse una settimana. Gli venne il magone.
Si domandò ancora una volta, come poteva il cervello umano produrre stati d'animo così differenti. Luca era un ragazzo estroverso,pieno di interessi,innamorato della vita e circondato da amici che lo adoravano. L'ombra che incombeva su di lui non apparteneva a quel ragazzo gioviale. Eppure era così e lui aveva imparato a conviverci.Il buco nero ingoiava ogni gioia ed ogni soddisfazione e lasciava solo un senso di solitudine,diperazione e colpa. Il senso di colpa di chi pensa di non avere diritto di provare dolore per una malattia che non distrugge il corpo,ma solo la mente. Luca tornò a casa dal lavoro, entrò nella tana buia e si arrese,lasciandosi devastare dalle sue paure. C'erano giorni in cui iniziava subito la battaglia,altri, come quello, in cui non ne aveva la forza immediata. Ma un anno prima aveva promesso a se stesso di non alzare bandiera bianca mai più....si era spaventato dei suoi pensieri.
Luca si sedette sul divano,mani sulle tempie,occhi chiusi ed iniziò la sua partita. La continuò sul terreno che gli era più difficile ed uscì. Fece la spesa,noleggiò un film che sapeva averebbe riconsegnato senza averlo visto, rispose alla chiamata di un amico e portò Anna fuori a cena.
Luca aveva scelto di combatterla così la sua battaglia...vivendola.