"Nonno,si deve ridare la terra quando si sa che è anche la propria,dei propri antenati,quando sappiamo che siamo stati privati della terra in qualunque posto siamo stati al mondo?
Che non ne abbiamo altra e che amiamo tanto questa ?"
" Schlomo,vedi questo salice,ci regala ombra...Ebbene,l'abbiamo piantato mezzo secolo fa.L'altro laggiù a ovest, lo vedi ? E' enorme. C'era già molto prima del nostro arrivo.
Credo che dobbiamo condividere la terra. Come l'ombra,come il sole,perchè anche altri possano conoscere l'amore. "
Tratto da Vai e Vivrai di RaduMihaileanu e Alain Dugrand
Il libro oppure il film,meritano di essere letti e visti.
I Falasha sono gli unici ebrei di colore, sono etiopi e discendenti del re Salomone e della regina di Saba. Negli anni novanta una grande operazione fu messa in atto per portare questa popolazione in Israele. Durante questo esodo migliaia di persone morirono e molte sono ancora nei campi profughi.
Schlomo non è ebreo, è cattolico,ma sua madre,lo consegna ad una donna falasha per salvarlo dalla miseria e dalla violenza e da li inizia la sua storia.
Niente è mai veramente perduto, o può essere perduto, nessuna nascita, forma, identità, nessun oggetto del mondo, nessuna vita, nessuna forza, nessuna cosa visibile; l'apparenza non deve ostacolare, né l'ambito mutato confonderti il cervello. Vasto è il Tempo e lo Spazio, vasti i campi della Natura. Il corpo, lento, freddo, vecchio ,cenere e brace dei fuochi d'un tempo, la luce velata degli occhi tornerà a splendere al momento giusto; il sole ora basso a occidente sorge costante per mattini e meriggi;alle zolle gelate sempre ritorna la legge invisibile dellaprimavera, con l'erba e i fiori e i frutti estivi e il grano.P.B. Shelley
30 settembre 2007
29 settembre 2007
37282
21 settembre 2007
20 settembre 2007
Everybody Hurts
Quando le giornate sono lunghe e le notti,
le notti sono solo tue,
quando sei certo di averne abbastanza di questa vita
beh,tieni duro
non mollare
tutti piangono e tutti soffrono prima o poi
A volte va tutto storto, è questo il momento di cantare.
Se i tuoi giorni sono solo notti ...tieni duro...tieni turo
se ti senti di lasciarti andare...tieni duro...tieni duro...
quando pensi di averne avuto troppo di questa vita,beh,tieni duro.
Tutti stanno male,trova rifugio nei tuoi amici.
Tutti stanno male, non alzare le braccia
Se ti sembra di essere solo,
no no no non sei solo....
Rem
10 settembre 2007
Davanti a San Guido
I cipressi che a Bòlgheri alti e schietti
Van da San Guido in duplice filar,
Quasi in corsa giganti giovinetti
Mi balzarono incontro e mi guardar.
Mi riconobbero, e "Ben torni omai"
Bisbigliaron vèr’ me co ‘l capo chino
"Perché non scendi? Perché non ristai?
Fresca è la sera e a te noto il cammino.
Van da San Guido in duplice filar,
Quasi in corsa giganti giovinetti
Mi balzarono incontro e mi guardar.
Mi riconobbero, e "Ben torni omai"
Bisbigliaron vèr’ me co ‘l capo chino
"Perché non scendi? Perché non ristai?
Fresca è la sera e a te noto il cammino.
Oh sièditi a le nostre ombre odorate
Ove soffia dal mare il maestrale:
Ira non ti serbiam de le sassate
Tue d’una volta: oh non facean già male!
Nidi portiamo ancor di rusignoli:
Deh perché fuggi rapido così?
Le passere la sera intreccian voli
A noi d’intorno ancora. Oh resta qui!"
Ove soffia dal mare il maestrale:
Ira non ti serbiam de le sassate
Tue d’una volta: oh non facean già male!
Nidi portiamo ancor di rusignoli:
Deh perché fuggi rapido così?
Le passere la sera intreccian voli
A noi d’intorno ancora. Oh resta qui!"
Bei cipressetti, cipressetti miei,
Fedeli amici d’un tempo migliore,
Oh di che cuor con voi mi resterei"
Guardando lor rispondeva, "oh di che cuore!
Ma, cipressetti miei, lasciatem’ire:
Or non è più quel tempo e quell’età.
Se voi sapeste!… Via, non fo per dire,
Ma oggi sono una celebrità.
E so legger di greco e di latino,
E scrivo e scrivo, e ho molte altre virtù:
Non son più, cipressetti, un birichino,
E sassi in specie non ne tiro più.
E massime a le piante". Un mormorio
Pe’ dubitanti vertici ondeggiò
E il dì cadente con un ghigno pio
Tra i verdi cupi roseo brillò.
Fedeli amici d’un tempo migliore,
Oh di che cuor con voi mi resterei"
Guardando lor rispondeva, "oh di che cuore!
Ma, cipressetti miei, lasciatem’ire:
Or non è più quel tempo e quell’età.
Se voi sapeste!… Via, non fo per dire,
Ma oggi sono una celebrità.
E so legger di greco e di latino,
E scrivo e scrivo, e ho molte altre virtù:
Non son più, cipressetti, un birichino,
E sassi in specie non ne tiro più.
E massime a le piante". Un mormorio
Pe’ dubitanti vertici ondeggiò
E il dì cadente con un ghigno pio
Tra i verdi cupi roseo brillò.
Intesi allora che i cipressi e il sole
Una gentil pietade avean di me,
E presto il mormorio si fe’ parole:
"Ben lo sappiamo: un pover uom tu se’.
Ben lo sappiamo, e il vento ce lo disse
Che rapisce de gli uomini i sospir,
Come dentro al tuo petto eterne risse
Ardon che tu né sai né puoi lenir.
A le querce ed a noi qui puoi contare
L’umana tua tristezza e il vostro duol.
Vedi come pacato e azzurro è il mare,
Come ridente a lui discende il sol!
E come questo occaso è pien di voli,
Com’è allegro de’ passeri il garrire!
Come ridente a lui discende il sol!
E come questo occaso è pien di voli,
Com’è allegro de’ passeri il garrire!
.....G. Carducci
05 settembre 2007
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