Niente è mai veramente perduto, o può essere perduto, nessuna nascita, forma, identità, nessun oggetto del mondo, nessuna vita, nessuna forza, nessuna cosa visibile; l'apparenza non deve ostacolare, né l'ambito mutato confonderti il cervello. Vasto è il Tempo e lo Spazio, vasti i campi della Natura. Il corpo, lento, freddo, vecchio ,cenere e brace dei fuochi d'un tempo, la luce velata degli occhi tornerà a splendere al momento giusto; il sole ora basso a occidente sorge costante per mattini e meriggi;alle zolle gelate sempre ritorna la legge invisibile dellaprimavera, con l'erba e i fiori e i frutti estivi e il grano.P.B. Shelley



09 maggio 2008

Tra un po' mi deciderò a scrivere un post dedicato al mio giornalista preferito,ma era molto più di questo...per ora mi limito a parlare di un suo libro.

Piombo e tenerezza di Enzo G. Baldoni

Un reportage, diventato poi un libro, del suo primo viaggio in Colombia. C'è dentro tutto... le immagini di Bogotà con i suoi quartieri inaccessibili, i guerriglieri e cocaleros;si parla di sequestri e di teatro. Il giornalista sapeva indubbiamente fare il suo mestiere, raccontare una realtà difficile come quella della Colombia con gli occhi di un uomo comune.

[...] In sette settimane in Colombia sono passato,con la leggerezza e l'incoscienza di un grosso cherubino un po' tonto,in situazioni anche abbastanza rischiose,in una nazione in guerra da quarant'anni.
Cosa ho capito ?
Mah, mica tanto. Troppo complesso il paese,troppo radicati il cinismo e il sospetto con cui ogni componente della società guarda alle altre. Troppo forte la tentazione di costringere tutto dentro gli argini ben tracciati,rassicuranti,dei metodi tradizionali di analisi:quello marxista,quello liberista,quello cristiano,quello antropologico,quello sociologico. Come diceva Flower,il cinico e stagionato protagonista di Quiet America di Graham Green:" Io non sono un giornalista.Sono solo un fottuto reporter:non faccio analisi,racconto quel che vedo,o quel che mi lasciano vedere".
Ho visto che in Colombia è tutto eccessivo,a tinte forti,esagerato:la ricchezza, la povertà,la violenza,l'amore,l'orgoglio,la presunzione,la ferocia, la disperazione.
Ho visto che,presi individualmente, i colombiani sono gente fantastica.Allegri,aperti,generosi.Ma se d'incazzano,la rabbia li acceca.
Ho visto un paese stupendo e incredibilmente ricco con disuguaglianze di reddito,di politica e di diritti umani che sfidano il Brasile e molte nazioni africane.
Ho visto la gentilezza e la violenza nascere dappertutto:dal governo,dalla polizia,dall'esercito,dalla guerriglia,dalla gente comune. Dai bambini.
Ho visto che,dall'epoca dei conquistadores,sono più o meno le stesse dieci-quindici famiglie bianche e spagnole che continuano a comandare e a saccheggiare,con una arroganza e una protervia ferme al XVI secolo. La Colombia è considerata ancora territorio di saccheggio.
Ho visto che qui alla mammella del narcotraffico puppano tutti,dal governo alle banche,dai paramilitari alla guerriglia, e che nessuno ha veramente interesse a farlo finire.
Ho visto che gli USA proseguono tranquilli nella politica di considerare il Sudamerica come il loro backyard,il cortile di casa.
Ho visto che,comunque,qualsiasi guerra ti corrompe e ti fa marcire dentro:anche se è una guerra di liberazione,anche se è animata da un ideale di eguaglianza sociale. La guerra è una merda,è il potere nelle mani dei sadici e dei bruti. [...]

Nessun commento: