Niente è mai veramente perduto, o può essere perduto, nessuna nascita, forma, identità, nessun oggetto del mondo, nessuna vita, nessuna forza, nessuna cosa visibile; l'apparenza non deve ostacolare, né l'ambito mutato confonderti il cervello. Vasto è il Tempo e lo Spazio, vasti i campi della Natura. Il corpo, lento, freddo, vecchio ,cenere e brace dei fuochi d'un tempo, la luce velata degli occhi tornerà a splendere al momento giusto; il sole ora basso a occidente sorge costante per mattini e meriggi;alle zolle gelate sempre ritorna la legge invisibile dellaprimavera, con l'erba e i fiori e i frutti estivi e il grano.P.B. Shelley



12 novembre 2010

EVABBE'...PERO'

Deve essere che nelle pioggie torrenziali delle ultime settimane, pioveva sfiga e la mitica mantella da montagna che arriva fino ai piedi non mi ha protetto abbastanza...
E deve essere,che non mi sono accorta di aver rotto uno specchio di circa 50x50....metri però !
E deve anche essere, che nella vita precedente ero un serial killer e che lassù qualcuno se l'è ricordato solo adesso...
E lo so...mi sono dimenticata di fare il fioretto a Pasqua...
E potrei essere molto più buona...
E non do sempre la mancia all'omino dei vetri...
E dico le parolacce...
E da piccola ho rubato 2 cicche rotonde, una rossa e una verde...
E la lista sarebbe lunga però...
....tra poco è Natale....un po' di tregua no ??

08 novembre 2010

Arrivederci


A volte gli amici ci vengono strappati da un destino implacabile, a volte si perdono per pigrizia, a volte si allontanano per necessità ed a volte gli amici...cambiano.
Riusciamo a non cedere agli scossoni dei cambiamenti, ma quando questi sono troppo radicali, siamo noi a trasformare un amicizia in semplice conoscenza.
E non è un passaggio privo di dolore.
Chissà se un giorno ci potremo ritrovare...

11 ottobre 2010

DEPENNARE - BRAVA DONNINA DI CASA

Il massimo dell'umiliazione è il moroso che ti fa trovare tutti i tuoi vestiti belli piegati, dopo che li hai accatastati per settimane in giro per tutti i locali !!
E così in meno di 6 mesi è svanita anche la possibilità di farmi passare per una esperta di ordine e pulizie di casa !! Sigh...

08 ottobre 2010

PICCOLO SATURNO

Brano dal "Quaderno del Sergente" di Marco Paolini

Piccolo Saturno è il nome in codice dell’operazione con cui l’Armata Rossa spazzò via dal Don i reparti dell’Asse.
Leggo, rubo le parole al libro di Revelli, asciutto e pieno di amaro che me ne rende difficile la lettura; infinite le beghe di comando, l’orizzonte che a livello del Sergente si riesce a sopportare diventa intollerabile come un gergo militare da giovane guerriero.
I nomi delle compagnie che fino ad oggi mi sembravano una geografia affettiva, sembrano diventati improvvisamente una competizione di campanili dove i miei son meglio dei tuoi. Di colpo sento una trappola nel terreno che mi sembrava ormai solido: dettagliare i riferimenti, restare troppo dentro a un battaglione, una compagnia, un gruppo, è una follia; meglio trattare un gruppo ancor più piccolo, meglio fare come chi ignorava le carte topografiche e andava avanti sapendo che il fuoco amico può far male come quello del nemico.

Vorrei solo cantare di uomini trascinati lontano dai propri piedi, cavalieri senza cavallo, senza corazza, con inutili carri di corde e piccozze da montagna su una pianura mossa e ondulata. Con i chiodi degli scarponi, i fucili modello 91 (cioè l’anno di fabbricazione: 1891) che per l’età avevano un pregio, ma non erano ad avancarica, e le bombe a mano umanitarie perché quasi mai scoppiavano. Artiglieria museo e per parlare poche radio pesanti e scassate allergiche al freddo. Niente mine, niente bengala, niente pallottole traccianti, munizioni quasi contate, divise per un clima prealpino, di pessima lana, scarpe di un cuoio duro e asciutto che sembrava di cartone. Truppe di montagna male attrezzate e appiedate, buttate in pianura dove la guerra era moto-corazzata.
Vorrei parlare a dei ragazzi come in un film, credo che sia una storia da Far East.

Abbiamo un’idea esotica della steppa, dei cosacchi del Don. Devo andare laggiù. Sicuramente nel ‘40 quei territori erano più selvaggi di come li vedrò io, meno coltivati estensivamente, ma qualcosa troverò. Viaggiare attraverso la Russia in modo un po’ clandestino è qualcosa di potente come l’India o l’Africa.
Senofonte mi può aiutare per incredibili parallelismi a 2.400 anni di distanza. Ma l’Anabasi è anche un viaggio attraverso il mondo dei vinti che continua a sopravvivere, un viaggio nell’orgoglio di appartenenza a un gruppo, un viaggio verso un’idea di baita. Oggi per noi l’anabasi non porta sempre al punto di partenza, ma in un centro che si sposta nel tempo.

So che per qualcuno sarà ridicolo quello che sto per dire ma la differenza tra la prima e la seconda guerra mondiale è la stessa che c’è tra il rugby e il calcio: la guerra antica/il fattore terra.
Il calcio è più veloce, si fanno i blitz, la guerra lampo, il contropiede, c’è il possesso di palla, il fattore tempo e c’è la novità del pubblico che è coinvolto nel conflitto. Per la prima volta nella guerra moderna era ammesso il tiro a segno sui civili con ogni tipo di arma disponibile.
La seconda guerra mondiale è stata una gara tra potenze industriali, tra chi aveva le armi più potenti, i mezzi più veloci, più micidiali, e a volte una gara tra chi ha avuto prima le armi segrete e quelle più semplici, l’atomica e il kalajnikoff.
Gli italiani furono mandati a giocare a calcio con un pallone da rugby.

Tra il ‘39 e il ’42 il capo del governo italiano Benito Mussolini dichiarò guerra contemporaneamente 19 nazioni di questo pianeta.
In teoria alcune guerre dovevano venire dopo altre, ma in pratica non andò così perché le guerre non finiscono mai quando uno ha previsto e infatti durano fino alla fine.
In Russia, nell’estate del 1941 60.000 italiani, e poi nell’estate del 1942 altri 170.000, vengono mandati a far la guerra a fianco degli alleati tedeschi, 57.000 di questi erano alpini, con i muli degli alpini e un progetto da alpini: fargli scalare le montagne del Caucaso col fucile in mano, farli discendere dall’altra parte e farli arrivare in Persia a conquistare i pozzi di petrolio e poi l’Arabia e poi… Per adesso fermiamoci qui.

C’era già un esercito italiano in Africa del Nord e non se la stava passando bene, ma forse all’inizio del 1942 qualcuno poteva ancora immaginare una manovra a tenaglia per fare del Mediterraneo un mare nostrum, ma quando gli italiani arrivano in Russia tra agosto e settembre del 1942 è ben chiaro che i piani sono cambiati. I russi hanno fermato i tedeschi e contrattaccano. L’offensiva sul Caucaso è rinviata, intanto bisogna affrontare i russi in pianura anzi nella steppa.
I tedeschi sono tecnologici, attrezzati, ma la Russia è così grande che per mettere un soldato a ogni metro sulla linea del fronte bisogna usare gli alleati: italiani, rumeni, ungheresi, finlandesi, tutto fa brodo. I tedeschi non vogliono conquistare tutta la Russia, bastano le città, conoscono la storia, non vogliono rifare gli errori di Napoleone, hanno i motori, le colonne corazzate per correre veloci.
I russi hanno all’inizio hanno solo la forza del numero e la usano sacrificando un numero immenso di uomini per non perdere città come Stalingrado. E la grande macchina da guerra tedesca rallenta, rallenta e il tempo passa, passa anche per gli alleati dei tedeschi.

Gli italiani sono arrivati in estate e hanno avuto a settembre il battesimo del fuoco in piccoli eroici inutili scontri. Gli italiani non parteciparono a nessuna delle decisive battaglie del fronte orientale ma furono ugualmente massacrati da un’offensiva scatenata dai russi il 15 gennaio, che disintegrò un intero corpo d’armata in 4 giorni.
Lo stesso uragano di fuoco si abbatté sui romeni e gli ungheresi che si ritirarono in massa. L’unica armata che resistette per quasi un mese all’offensiva fu il corpo d’Armata Alpino che iniziò a ritirarsi quando ormai era praticamente circondato, chiuso in una sacca. Perché gli alpini non si ritirarono?

I tedeschi a Stalingrado da assedianti si erano trasformati in assediati, Hitler sperava di salvarli con l’arrivo dei nuovi carri armati Tigre fatti arrivare apposta dalla Francia. Per dar tempo a questi di arrivare serviva una diga per trattenere i russi, per ordine di Hitler gli italiani dovevano resistere sul Don.
I carri armati arrivarono, ma non riuscirono a salvare i camerati a Stalingrado e anche quei carri si girarono per tornare indietro nel gennaio del 1943, inseguiti da stormi di noiosissimi carri armati russi T 34.

Schierato lungo il fiume Don, lungo una lunghissima linea di fronte fatto di Caposaldi, come i forti della frontiera americana verso ovest, solo che questi forti erano girati verso est e la divisa non era quella blu con i bottoni d’oro della cavalleria, ma quella grigioverde di lana dell’ Italia e le scarpe di cuoio con suole di cartone lisce, e al posto dei cavalli c’erano i muli, magnifici puzzolenti muli. Nei caposaldi mancava tutto il necessario e abbondava l’inutile, così gli uomini si arrangiarono finché dovettero partire e la mancanza del necessario fu allora fatale a tanti, ma qualcuno, inspiegabilmente, sopravvisse. Questa è la storia di uno di loro.

04 ottobre 2010


Post dedicato a tutti quei pazzi che vedono il bello, anche dove il bello non c'è.
A quella razza in via di estinzione di uomini che riescono a dire "sei bella", pensandolo veramente, anche se hai un culo come una mongolfiera.

Donne, grasse, grassottelle, paffute, abbondanti,ciccione, cellulitiche, lardose...sappiate che nella marea di paraculi che ci viaggiano intorno, che preferiscono due gambe da sminigonnare, piuttosto che un bel faccino da guardare la mattina, ci sono anche alcuni strani soggetti che incredibilmente e semplicemente se ne fottono di quale taglia di jeans portate.

Si, lo so....uno su mille....forse uno su diecimila ma...esistono e possono incrociare il destino di qualche fortunata...basta avere pazienza e non accontentarsi di qualcuno che non merita nemmeno di baciarlo il culone da mongolfiera !! :-)

23 settembre 2010

Vedrai...i nostri sogni diventano veri !

Mentre dormi ti proteggo e ti sfioro con le dita,
ti respiro e ti trattengo per averti per sempre oltre il tempo di questo momento.
Arrivo in fondo ai tuoi occhi quando mi abbracci e sorridi se mi stringi forte fino a ricambiarmi l’anima questa notte senza luna.
Adesso vola tra coriandoli di cielo e manciate di spuma di mare.
Adesso vola.
Le piume di stelle sopra il monte più alto del mondoa guardare i tuoi sogni arrivare leggeri.
Tu che sei nei miei giorni certezza, emozione.
Nell’incanto di tutti i silenzi che gridano vita sei il canto che libera gioia, sei il rifugio,
la passione.
Con speranza e devozione io ti vado a celebrare come un prete sull’altare,io ti voglio celebrare come un prete sull’altare.
Questa notte ancora vola tra coriandoli di cielo e manciate di spuma di mare.
Adesso vola.
Le piume di stelle sopra il monte più alto del mondo a guardare i tuoi sogni arrivare leggeri.
Sta arrivando il mattino, stammi ancora vicino,sta piovendo e non ti vuoi svegliare.
Resta ancora, resta per favore e guarda comevola tra coriandoli di cielo e manciate di spuma di mare.
Adesso vola.
Le piume di stelle sopra il monte più alto del mondo a guardare i tuoi sogni arrivare leggeri.
Vola…Adesso vola.
Oltre tutte le stelle, alla fine del mondo,vedrai, i nostri sogni diventano veri!

Max Gazzè

17 settembre 2010

Se lo sai perchè lo fai ?

Essì che lo sapevo che quel cancello non andava oltrepassato...lo sapevo eccome che avrebbe portato guai.
Ma niente eh...niente...il neurone quando serve è sempre in bagno a fare il sudoku sul wc
...e mò ?
E mò ...fai come sempre.
Ti incasini.
Ti incasini, consapevole, che ne sarà valsa la pena.... :-)

07 settembre 2010

" VOGLIO LA FAVOLA ! "

Inutile spiegare ad un uomo perchè, dopo la 22 esima visione di Pretty Woman, riusciamo ad avere ancora gli occhi lucidi sul finale...inutileee

03 settembre 2010

29 agosto 2010

ITALIANS....a cà...


Dopo diversi anni....finalmente le rivedo....
Fiato, dove sei sparito ? Vabbè, mi accontento di salire lungo la strada carrabile, insieme a qualche camper, ma pazienza, l'importante è essere li.

Ed infatti eccole...maesose, bellissime, le posso toccare tanto sono vicine.

Mi incammino sotto di loro verso il rifugio, cè vento, vento di alta montagna
Che bello...e le nuvole che ogni tanto coprono le rocce, disegnano un paesaggio misterioso
Che aria stupenda, mi guardo ovunque e...
UEEEE
TIIII
EHHHHHHHHHHHHHH
ALURA
NEM
MAMMAAAAAAAA
DA BONNNN
VEN CHIIIIIII
MAMMMAAAAAAAA


Ma PERCHE' !
PERCHE' MI CHIEDO PERCHE' !!!
PERCHE' SIAMO COSI' CACIARONI, SBORONI, IRRISPETTOSI , PERCHE ???

Meglio una slavina che chiuda la strada al popolo italiano, qualcuno ci perderà, ma almeno quei pochi, ma civili volenterosi che ci arriveranno a piedi, si godreanno la solitudine silenziosa delle montagne dolomitiche.

07 agosto 2010


Il posto che hai lasciato vuoto lo custodisco e lo proteggo come il luogo a me più caro.
Ed in quel vuoto, incolmabile da nessuno, io ti ritrovo.
Ovunque tu sia, amica mia, buon compleanno

30 luglio 2010

FINE LUGLIO....CANI

Lamù al lavoro
Brad in ferie

29 luglio 2010

Non se ne può più....

Ma basta....
A lavorare sono rimasti i fricchettoni che se ne sono andati in ferie a Luglio e che adesso, belli freschi, hanno deciso che Agosto è un mese come gli altri e scassano a mille, come se tutto gli fosse dovuto...oppure sono rimasti quelli stanchi, che tutto il nervoso invernale gli preme come una pentola a pressione e che saltano in aria appena gli si dice " beh "...MA ANDATE TUTTI A FARVI UNA CAMOMILLA !!!

23 luglio 2010

VITA DA PENDOLARE

Dopo 109 giorni da pendolare ho capito che:

- se i contadini si alzano alle 4 per arare i campi, quando finiscono sono le 8.00, e sono stanchi....ma io mi becco almeno due trattori in mezzo ai ballsss mentre vado al lavoro

- se incroci una donna al volante con velocità di crociera 25 km orari, che si trucca, fuma, parla al cellulare e guardandoti nello specchietto retrovisore sillaba "che cazzo vuoi ", è lecito tamponarla cercando di mandarla in un fosso, ma per l'assicurazione non è un concorso di colpa

- se ti sei alzata la mattina di buon umore, riuscendo a piastrarti i capelli, bere la tazzona di caffelatte, uscire di casa svolazzante nel vestitino rosa, mentre pensi che sei felice di andare al lavoro e ti immetti sulla Como-Bergamo....dopo 3,5 km hai già assunto lo sguardo da killer psicopatico e inizi ad infilare le dita nel volante sperando che si trasformi in un joystick che spara proiettili FMJ

- se ti annoi mentre guidi, sapendo che quell'ora di macchina non ti passa mai, non puoi telefonare ad amici e parenti per alleviare il viaggio...sono le 7.00, non si fa. Puoi invece chiamare tua mamma, vendicandoti di tutte le volte che ti tiene al telefono un'ora mentre ti stai facendo un riposino, mentre sei in procinto di fare le coccole con il moroso, mentre stai mangiando un risottino come si deve....MAMMINA

- "quando chiudono le scuole si dimezzano le auto, si viaggia benissimo "
Sì, ci sono meno auto.
Peccato però che gli over 80, (... non per generalizzare eh, qualcuno se ne salverà, ma....) ...gli over 80 in estate tirano fuori le loro macchinette d'epoca ed escono, avvicinando il sedile fino a toccare il volante con il mento e guidando come Mr Magoo. Perchè non fanno la spesa, accompagnano i nipotini, vanno a giocare a bocce, dopo le 10.00? Perchè no ? Perchè sono tutti fuori la mattina presto ? Perchè non spendono un pochino della loro pensione per andare a Gabicce ? Perchè non prendono il pullman ?? Perchè non fanno l'autostop ?? Io un vecchietto che fa l'autostop lo tirerei su subito ! Fuori i pollici !

- ho capito che se non hai nel tuo DNA l'istinto dell'automobilista pendolare, non ce la fai e non ce la farai mai....è questione di salute...la perdi se insisti....meglio ripiegare sul treno....

22 luglio 2010

秋田犬


In Giappone le donne , quando andavano al lavoro nei campi, usavano affidare i loro figli ad una femmina di Akita che li avrebbe sorvegliati fino al loro ritorno. Ancora oggi quando nasce un bambino è cosa molto gradita ricevere una statuetta di Akita sinonimo di lunga vita e buona fortuna.

19 luglio 2010

AGUZZA LA VISTA

I nuovi vicini ci osservano...

18 giugno 2010

E' che, non sempre le litigate, gli insulti, le incomprensioni, gli addii, riescono a spezzare il filo dell'affetto, forse anche dell'amore. A volte il legame resta. Incurante del tempo e della lontananza. E non importa, se ciò che è stato non tornerà, se la vita scorre in direzioni opposte e se i ricordi sfiorano la malinconia...inutile opporsi...il cuore seleziona da sè le persone che hanno lasciato un segno.

11 giugno 2010

South Africa



Roberto Saviano a Che tempo che fa su Raitre :
" Questa canzone di Miriam Makeba, una delle artisti più grandi della storia musicale, si chiama Pata Pata.
La conoscete tutti, è una danza che racconta di una ragazza che ancheggia, che muove il sedere.
Racconta di questo, di una persona che sta danzando.
Miriam Makeba era stata invitata a Castelvolturno, a fare un concerto in solidarietà dei ragazzi ammazzati dalla Camorra e in mia solidarietà, la cosa infatti mi lusingò tantissimo.
Pata Pata, questo disco, possederlo in Sudafrica significava poter essere condannati dai tre ai sette anni per banda armata, possedere Pata Pata.
Miriam Makeba, per aver scritto questa e altre canzoni, viene cacciata dal Sudafrica è costretta ad un esilio di trent’anni, Miriam Makeba viene cacciata per questa canzone, trent’anni di esilio dal Sudafrica dell’Apartheid.
Non è una canzone che parla di lotta sociale, non è una canzone che incita alla rivolta, non è una canzone che attacca i bianchi, non è una canzone contro il razzismo ma mette paura perché è una canzone che parla di una ragazza che vuole danzare, una ragaza che vuole essere felice e come si fa ad essere felici con un governo così, con quel governo in Sudafrica, l’assioma è questo.
Quello che fa mettere paura al governo, che fa allontanare Miriam Makeba è proprio questo, ascoltandola hai voglia di danzare, di essere felice, hai voglia di condividere la sua idea di mondo e quell’idea di mondo arriva al cuore, alle orecchie, allo stomaco delle persone attraverso la storia di una ragazza che vuole ballare, vuole ballare.
Trent’anni di esilio hanno fatto si che Miriam Makeba fosse attenta a quello che accadeva in Africa, fosse attenta anche a quello che avveniva fuori dall’Africa.
Una cantante abituata a teatri pieni, a stadi pieni arriva in un paesino sperduto del sud Italia, arriva a Castelvolturno fa questo concerto lo fa in nome della diaspora africana, lo fa in nome di ragazzi ammazzati, lo fa in nome delle prostitute nigeriane che lei conosce benissimo, sa benissimo di questo problema lì a Castelvolturno.
Canta Pata Pata, anche lì, chiude il concerto come faceva sempre e dopo muore, muore lì a Castelvolturno.
Mi chiamano mi dicono che stava male, mi dicono che nonostante avesse delle fitte al costato ha voluto cantare e mi dice soprattutto, la persona che mi chiama, che c’è stato un profondo ritardo del soccorso, allora mi sento in colpa, mi sento in colpa perché Miriam Makeba era venuta anche per me, aveva scritto, mi aveva chiesto il libro, le avevo dato la dedica, ero stato contento del suo arrivo ma questa cosa cambiava tutto.
La sua vita, incredibile "Mamma Africa", non poteva finire a Castelvolturno, lei aveva battuto per il suo continente, l’idea che si potesse essere spenta lì non mi dava pace.
Allora a un certo punto decido di scrivere una lettera, anche un po’ di scuse, alla famiglia di Miriam Makeba e la pubblico sul "Times" di Johannesburg in Sudafrica, in questa lettera dicevo solnto che mi dispiaceva, mi dispiaceva tantissimo, mi sentivo anche in colpa, mi sentivo in colpa perché Miriam Makeba era morta lontano dalla sua terra era morta lontano. La risposta venne due giorni dopo, mi rispose la famiglia mi disse: "ma non devi tormentarti Miriam è morta in Africa".

28 maggio 2010

URGONO PATENTI AUTOMOBILISTICHE SPECIALI !!
PER CIRCOLARE DALLE 7 ALLE 9 SI DEVE SUPERARE UN ESAME SUPPLEMENTARE...CHI NON LO SUPERA CHE VADA IN GIRO IN PULLMAN !!!

09 maggio 2010

Fly down

Certo che, gira e rigira, chi da lezione di dignità sono sempre le persone semplici e modeste, alla faccia di quelli che si credono maestri dello stile e della signorilità, ma che poi alla fine mostrano solo la loro triste piccolezza...

19 aprile 2010

GHE SEM...

Se cè lo zerbino, allora è proprio vero...nuova casa...nuovo inizio.
Good Luck !

16 aprile 2010

A volte...

A volte mi chiedo veramente se valga la pena mediare e destreggiarsi tra diplomazia e comprensione, quando la sola cosa che ci sarebbe da dire è : vaffanculo.
E la sola cosa da fare: girarsi nella direzione opposta e lasciare che ognuno si becchi le conseguenze del proprio agire

14 aprile 2010

Cicciottella e' una bambina fatta a forma di bignè
I capelli son di zucchero filato
Ha le braccia di candito, beve solo Malvasia
Ma consuma per mangiare tutta quanta l'energia
Cicciottella stai attenta perché un giorno finirà
Ma la furba bambina il rimedio ha trovato di già

Ci ho pensato su, non consumo più, A – E – I – O – U
Prendo per la coda l'arcobaleno, diventa un treno
Che la Terra lascerà, su nel cielo volerà
Ti farà girare il mondo senza l'elettricità


26 marzo 2010

ADIEU...

Serata quasi come da previsioni....niente ultima pucciata nell'idromassaggio, ma bis e tris di bollicine, cercando di dare un senso agli scatoloni disseminati in giro.
Cercato, trovato,sistemato,arredato,colorato,risistemato, ricolorato,ri-ri-sistemato, amato...amato tanto.
Ahhh, dannati sentimentalismi.
Citando il Sig. Fredricksen .... "E' solo una casa"

18 marzo 2010

Monolocale 1 - Magazzino 0

La rivincita del monolocale da 50mq che si espande come una mega Big Babol all'interno del magazzino extra lusso...riempiendogli ogni buco.
In foto: parziale distesa di mobili con Monokuro Boo appollaiato sul tavolo che controlla la situazione.

11 marzo 2010

DIECI GIORNI A PRIMAVERA

Ultima neve a Lemna...o almeno per me...
...nostalgia in arrivo...

05 marzo 2010

La franciriflessione del venerdì

Se quando subisco un'ingiustizia, sprecassi meno tempo a bollire di rabbia e più tempo a ricordarmi di ogni volta che ho fatto io la stessa cosa a qualcun'altro...forse imparerei qualcosa di più....

01 marzo 2010

17 febbraio 2010

ALLORA è PROPRIO VERO

I primi scatoloni...e womby...
Si comincia il doloroso abbandono del bucolocale... :-(

12 febbraio 2010

OLIVER

E finalmente un altro esemplare di fauna lariana è giunto ai miei occhi...medito di fare un allevamento di ghiri da grattini...

09 febbraio 2010

SIGH

POTREBBE ESSERE STATA L'ULTIMA COLAZIONE CUGINA DELLA DOMENICA....con pubblicità molto occulta dei biscotti....

05 febbraio 2010

20 gennaio 2010

QUALUNQUISMO DILAGANTE

Tutti pronti a dire "OOOOOOHHHHH" .... "AAAAAAAHHHHH"
Ma è possibile farsi un opinione, facendo un copia incolla nel nostro cervello, dei titoli del Tgcom, delle notizie in prima pagina di Virgilio, di un evento di facebook, o per i più fotunati di qualche slogan letto sul primo giornale che capita....mai sentita la parola approfondire ??

15 gennaio 2010

08 gennaio 2010

2010

Come iniziare un nuovo anno, se non assistendo increduli...ad una vigliacca inversione ad U su un terreno accidentato, senza nemmeno superare il tornante per scoprire se la strada sarebbe stata meno difficoltosa...
Non sopporto la codardia, nè il pensare che si possano ottenere traguardi importanti senza fatica.

Buon 2010 a chi deve essere sempre spinto, tracinato, incoraggiato, rassicurato, e sempre e vigorosamente e senza smettere ...mai mai mai.

Buon 2010 a chi non affronta le paure, chi non contempla l'errore, chi preferisce rimanere nel prioprio guscio rischiando di perdersi...rischiando di perdersi tutto.

Buon 2010 a chi non fa vedere lo schifo che ha dentro, ma solo la glassa perfetta e decorata dal quale è ricoperto.

Buon 2010 a quelli che pensano che "sono fatti così" e non ha senso impegnarsi per stare meglio o per diventare qualcosa di meglio.

Buon 2010 a quelli che non comunicano e pretendono che il resto dell'umanità debba leggere nel pensiero.

Buon 2010 a chi non difende i propri ideali e le proprie idee, solo per non esporsi al giudizio degli altri.

Buon 2010 ai bigotti, che poi agiscono peggio delle puttane.

Buon 2010 a chi non ha paura della solitudine.

Buon 2010 a chi non coglie nella sua concretezza quotidiana, l'unicità di questo vivere.

A tutti gli altri...niente auguri, solo la profonda ammirazione per il semplice fatto di essere come siete.